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Introduzione

A quarant’anni dalla nascita dell’Amiga, il suo sistema operativo leggendario AmigaOS torna a far parlare di sé. Avevamo già parlato di Amiga con le varie versioni delle repliche amiga500 mini e l’attesa di amiga1200 bloccata per una causa giudiziaria con Commodore ltd.  
Il 2026 segnerà l’arrivo di una nuova versione — evoluzione diretta della 3.2.3 — sviluppata da Hyperion Entertainment, erede ufficiale del ramo originale Commodore.

In un’epoca dominata da AI, cloud e sistemi quantistici, AmigaOS continua a vivere, mantenendo viva una filosofia di velocità, efficienza e controllo totale sull’hardware che molti considerano ormai perduta.


Cosa sappiamo del rilascio 2026

Le informazioni provenienti dalla community internazionale e dai canali Amiga suggeriscono che la nuova release, attesa per la metà del 2026, introdurrà:

Miglioramenti alla Memory Management Unit (MMU) e supporto esteso ai processori Motorola 68060.

Aggiornamento del Workbench, l’interfaccia grafica storica, con nuove icone in alta risoluzione e compatibilità nativa per display moderni.

Supporto migliorato per AmigaOne e sistemi FPGA, come MiSTer e Vampire V4, con una gestione avanzata dei driver RTG e AHI.

Nuovo AmigaDOS 46.x, con ottimizzazioni file system e un aggiornato stack TCP/IP integrato.

Secondo indiscrezioni pubblicate da Generation Amiga, la release potrebbe essere denominata AmigaOS 3.3, segnando la continuità con l’attuale ramo 3.x mantenuto da Hyperion.


Un sistema fuori dal tempo

L’AmigaOS rimane un ibrido unico: un kernel multitasking pre-emptive scritto in C e Assembly, capace di avviarsi in pochi secondi su hardware che oggi si definirebbe “archeologico”.

In un mondo dove i sistemi operativi moderni superano i 20 GB di installazione, AmigaOS occupa meno di 10 MB e gira ancora su hardware nativo o emulato, portando con sé l’essenza di un’epoca in cui la creatività digitale era più vicina al metallo che al marketing.


La community non ha mai smesso di crederci


Il vero motore di AmigaOS è la sua community mondiale: sviluppatori indipendenti, archivisti digitali e ingegneri nostalgici che continuano a produrre driver, patch e software nuovi.
Il gruppo “AmigaOS Dev Team” ha pubblicato nel 2025 la versione 3.2.3, aggiornando oltre 200 moduli di sistema e gettando le basi per la release 2026.

In parallelo, i progetti AmiKit, ApolloOS e AROS (versione open source del sistema) contribuiscono a estendere l’ecosistema Amiga su piattaforme moderne come Linux, ARM e Raspberry Pi.


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Amiga e cybersecurity: un’eredità sorprendente


Curiosamente, parte del codice AmigaOS continua a ispirare ricercatori di cybersecurity embedded.
Il design modulare, la gestione diretta delle risorse e la bassa superficie d’attacco lo rendono resiliente agli exploit moderni, tanto che alcuni laboratori di retro-engineering lo utilizzano per studiare architetture di sistemi sicuri minimalisti.

Nel 2025 un paper pubblicato su IEEE Access ha citato i micro-kernel legacy di Amiga come riferimento per la costruzione di ambienti “trusted sandbox” in contesti di AI edge-computing.


AmigaOS nel 2026: passato e futuro si fondono


Se sarà confermato, il rilascio del 2026 segnerà l’ennesima rinascita di un sistema che si rifiuta di morire.
In un panorama tecnologico sempre più chiuso e sorvegliato, AmigaOS rappresenta la libertà hacker dell’era pre-cloud: un luogo dove il codice è leggibile, la memoria è tua e la creatività non è un servizio in abbonamento.

Come scrive un utente su AmigaWorld.net:

> “AmigaOS non è nostalgia. È un promemoria di quanto la tecnologia possa essere personale, leggera e bella.”



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Di HPadmin