Sabato scorso, un messaggio di #Telegram è arrivato sul telefono di Heejin da un mittente anonimo che citava: “Le tue foto e le tue informazioni personali sono trapelate”.
Quando la studentessa universitaria è entrata nella chat room per leggere il messaggio, ha ricevuto una foto di se stessa scattata qualche anno fa mentre era ancora a scuola. È stata seguita da una seconda immagine usando la stessa foto in cui era ritratta sessualmente in atteggiamenti espliciti ma che ovviamente era falsa.
Terrorizzata, Heejin, non ha risposto, ma le immagini continuavano ad arrivare. In tutte le foto il suo volto era stato collegato ad un corpo impegnato in un atto sessuale, utilizzando la tecnologia #deepfake.
I #Deepfakes, combinano il volto di una persona reale con un corpo falso di solito impegnati in atti sessualmente espliciti o anche in bizzarre situazioni, queste foto vengono generate sempre più utilizzando l’intelligenza artificiale rendendo sempre più difficile la distinzione tra foto reali e foto #fake se non utilizzando software specifici per il riconoscimento.
“Ero pietrificata, mi sentivo così sola”, ha detto Heejin alla Polizia, ma in realtà non era sola.
Due giorni prima, la giornalista sudcoreana Ko Narin aveva pubblicato quello che sarebbe diventato il più grande scoop della sua carriera. Di recente era emerso che la polizia stava indagando su casi di #pornografia in due delle principali università del paese, e la signora Ko era convinta che ci dovesse essere di più.
Ha iniziato a cercare i social media e ha scoperto dozzine di gruppi di chat sull’app di messaggistica #Telegram in cui gli utenti condividevano le foto delle donne che conoscevano e utilizzavano il software di #intelligenza artificiale per convertirle in false immagini #pedopornografiche in pochi secondi.
“Ogni minuto le persone caricavano foto di ragazze che conoscevano e chiedevano a ignoti di trasformarle in #deepfake”, ha detto Ko.
la giornalista ha scoperto inoltre che questi gruppi non si limitavano a prendere di mira gli studenti universitari ma c’erano stanze dedicate a scuole superiori specifiche e persino scuole medie e asili.
Il rapporto della signora Ko sul quotidiano Hankyoreh ha sconvolto la Corea del Sud. Lunedì, la polizia ha annunciato che stavano valutando l’apertura di un’indagine su #Telegram, in seguito alla notizia delle accuse al fondatore #russo di Telegram per crimini e illegalità relative ai contenuti dell’app. Il governo ha promesso di introdurre punizioni più severe per le persone coinvolte in questa ennesimo caso di pedopornografia.
Telegram ha rilasciato una dichiarazione ovvero quella di “combattere attivamente i contenuti dannosi sulla sua piattaforma, compresa la pornografia illegale”.
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